L’ultima cosa che sono riuscito a captare con il
tatto è stato un dolore, una fitta lancinante come a squarciarmi il petto,
sul lato sinistro, dalla parte del cuore: il muscolo stupido pareva
stritolato da una gigantesca e feroce mano malvagia; poi la nebbia e nessun
dolore nella caduta (che certamente sarò caduto).
Al risveglio, in un letto d’ospedale, ho avuto
l’immediata percezione che mi era capitata una cosa terribile e folle: ero
rimasto completamente paralizzato ed insensibile, ma con la mente per
fortuna (sarà una fortuna) lucida e attiva.
Dicono che chi sta per transitare oltre lo Stige
riveda come in un rapidissimo film tutta la sua vita; ora so che non è vero,
io continuo a vedere senza sosta tutto il mio passato, e sono certamente
ancora vivo. o solo vegeto? avrò tempo per scoprirlo, ora non avrò altro che
tempo.
Ho sempre pensato con terrore alla terribile
condizione di chi sopravvive in condizioni disperate, inchiodato in un letto
senza possibilità di fuga, né speranza di cambiamenti e purtroppo ne ho
avuto esempi anche molto vicini.
Quando ancora potevo teorizzare su questo argomento,
pensavo che una vita così limitata non sarebbe stata vivibile, che era
assurdo accettare una così atroce beffa del destino.
Avrò tempo per
ricredermi, non avrò altro che tempo.
Adesso mi sembra un sogno, una felicità che non mi
merito, sentire che la mente lavora a pieno ritmo, anzi, ha preso a
funzionare anche meglio di prima, quasi che tutte le risorse, prima
assorbite da un corpo ingordo di sensazioni ora siano state rimodulate ed
adattate a questo stato nuovo.
Ero già tronfio del mio, figuriamoci adesso che ad
onta del mio marginale handicap mi sento onnipotente.
Certo non posso muovermi, nessuno mi griderà “alzati
e cammina” ma ho uno strumento assai più utile delle stupide membra: un
computer meraviglioso, con un programma veramente speciale.
Non finirò mai di benedire l’anima santa e l’ingegno
formidabile di chi ha ideato questo programma che riesce a simulare la
presenza del mouse sfruttando i movimenti della pupilla.
Muovere impercettibilmente gli occhi è l’unica cosa
che riesco a fare.
Io infatti sono completamente immobile, sono le
macchine, altra meravigliosa, incredibile invenzione umana, a tenermi in
vita.
Una macchina provvede ad ossigenare il sangue, a
purificarlo e a ripomparlo in vena, così i tessuti si mantengono freschi;
anzi la mancanza di qualsiasi fatica sta dando alla mia pelle anche un
aspetto migliore, sembro ringiovanito, i pochi capelli bianchi si sono
magicamente scuriti, adeguandosi alla maggioranza che era rimasta nera.
L’alimentazione (si fa per dire) è ridotta al
minimo, visto l’inesistente spreco di energie e
si limita a nutrire il cervello, e a consentire un modesto rigenerarsi di
alcuni milioni di cellule, mettendo in pensione quelle meno utili:
stranamente infatti non mi cresce più la barba, né le unghie; meglio così,
visto che non posso impugnare il rasoio.
Quando ancora ero
“normale” pensavo che se mi fosse capitata una cosa simile avrei scongiurato
i miei cari di far togliere la spina, ma adesso vivo nel terrore che una
simile evenienza possa verificarsi, e prego Dio di evitare qualsiasi
fenomeno esterno che possa accorciarmi la vita.
Si, io ateo ora prego, cerco di abiurare un passato
di convinto agnosticismo.
Non ho ancora la fede, ma VOGLIO che ci sia un Dio,
non può non esistere se ha permesso un così grande miracolo: sono ancora
vivo e ne sono felice.
Perché ho un computer e posso comunicare.
Posso ancora scriverti, anche se per farlo mi ci
vorrà una vita, ma non ho molto altro da fare!
Avrò tempo per scrivere, ora non avrò altro che
tempo.
Non è rapidissimo comporre un messaggio scegliendo
le lettere una ad una, ma come sui cellulari, c’è un sistema intelligente di
completamento delle parole che snellisce il lavoro.
Dicevo della mente che adesso lavora a pieno ritmo;
seleziona i ricordi, scartando quelli meno piacevoli, e si sofferma sulle
cose belle che mi sono capitate, le elabora e le metabolizza, facendomi
vivere in un sogno perenne, entusiasmate.
Immagino che sia un effetto molto simile all’uso di
certe droghe, l’assenzio per esempio, o la cocaina.
Ho sempre pensato con disgusto alla voglia perversa
di essere diversi messa in atto da chi si droga, e non ho mai voluto fare
esperimenti in tal senso ma adesso l’allucinogeno è dentro di me, non è
sintesi chimica, è il distillato di ricordi, una vita spesa bene o spesa
male, che però continua a dare frutti.
sono di fronte all’albero del bene e del male, ma
non vedo il serpente, ed allora addenterò la mela con piacere, piano piano
per assaporarne tutto il gusto, che non potrò mai sentire ma solo
immaginare: avrò tempo per provare a sentire il gusto del frutto proibito,
ora non avrò altro che tempo.
Non avrò altro che tempo, tempo per pensare, per
ricordare.
Solo cose belle, solo cose che valgano la pena di
essere vissute.
O di essere pensate.
Così come nella canzone ora penso a te, non faccio
altro che pensare a te.
Avrò tempo per pensarti, ora non avrò altro che
tempo.
Solo un cruccio in tanta felicità: non saprò mai
quale sia il tuo sapore.
Oramai i miei occhi non possono più piangere, ma una assurda lacrima è
spuntata ieri sera, quando prima di uscire dalla mia stanza ti ho vista
chinarti su di me e posare lievemente le tue labbra sulle mie, imprimendo
nella mia mente il più struggente ricordo, il ricordo di una cosa mai